Intentional Learning: l’apprendimento è ovunque
Intentional learning: ovvero quando la persona che vuole imparare agisce in modo proattivo. Come si diceva una volta: con piena coscienza e deliberato consenso. Le persone, specie in età adulta, imparano davvero qualche cosa soltanto quando ne hanno un interesse reale. Quando lo vogliono davvero.
L’aggiornamento (apprendimento) continuo è strategico non soltanto per le organizzazioni ma anche per le singole persone. È fondamentale per non trovarsi tagliati fuori da un mercato del lavoro che non smette più di evolvere e trasformarsi.
Come si comporta un learner intenzionale, cioè una persona che si prende cura attivamente della propria formazione continua?
Ne hanno parlato in questo articolo di un paio di anni fa Lisa Christensen, Jake Gittleson e Matt Smith, esperti di McKinsey. La base di tutto è un concetto di apprendimento molto diverso da quello di formazione tradizionale. Cioè:
ogni momento è buono per apprendere, anche e soprattutto quelli non formali.
Intentional learning significa avvicinarsi ad ogni situazione con l’intenzione di trarne un apprendimento, grande o piccolo che sia. Può essere una riunione, una telefonata, la stesura di un report, la partecipazione a un evento. Se ci arrivi con la giusta consapevolezza, anche l’accadimento più piccolo può essere utile alla tua crescita.
Servono per questo almeno due caratteristiche. Avere quello che Carol Dweck ha chiamato growth mindset, cioè la consapevolezza che è sempre possibile crescere e imparare. E coltivare sempre la curiosità, cioè l’apertura alle nuove idee e la capacità di fare connessioni tra concetti differenti.
Su queste basi, apprendere in modo intenzionale è il risultato di una sequenza di azioni deliberate molto semplice:
- individua in quali aree vuoi accrescere la tua conoscenza o le tue competenze;
- definisci obiettivi molto precisi e focalizzati;
- sperimenta;
- chiedi feedback esterni.
E assicurati di avere sempre lo spazio mentale e il tempo per riflettere con attenzione su ciò che stai facendo e apprendendo, così da mantenere viva una consapevolezza puntuale dei tuoi bisogni e dei tuoi progressi. È quello che gli anglosassoni chiamano deliberate practice.
Quando si tratta di formazione digitale il discorso cade di solito su argomenti quali il software i dispositivi le piattaforme. Ma è altrettanto fondamentale il modo in cui si pongono e agiscono le persone in apprendimento.
Se continuiamo ad avere discenti anziché learner, nemmeno il cluster digitale meglio progettato potrà dare i risultati desiderati.